Oggi nell’aula del Senato si voterà il provvedimento Milleproroghe, su cui il governo ha posto la questione di fiducia.
Nel corso dell’iter in 1° commissione è stato approvato un emendamento PD, a prima firma Annamaria Parente, finalizzato a prorogare fino al 30 giugno 2017, con uno stanziamento di 19,2 milioni di euro, l’indennità di disoccupazione per i lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, la c.d. DIS-COLL.
L’indennità è stata introdotta in via sperimentale, per l’anno 2015, e prorogata per 2016, dal decreto legislativo n. 22 del JOBSACT in attesa di individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti, ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il tessuto occupazionale e con il contesto produttivo nazionale e internazionale, in funzione di interventi di semplificazione, modifica o superamento delle medesime tipologie contrattuali.
La DIS-COLL è riconosciuta ai soggetti:
– che siano, al momento della domanda di prestazione, in stato di disoccupazione;
– che possano far valere almeno tre mesi di contribuzione nel periodo che va dal primo gennaio dell’anno solare precedente l’evento di cessazione dal lavoro al predetto evento;
– possano far valere, nell’anno solare in cui si verifica l’evento di cessazione dal lavoro, un mese di contribuzione oppure un rapporto di collaborazione di durata pari almeno ad un mese e che abbia dato luogo a un reddito almeno pari alla metà dell’importo che dà diritto all’accredito di un mese di contribuzione.
Per la prima volta nella storia un ammortizzatore sociale è stato garantito a quei lavoratori assunti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa che normalmente non potrebbero accedere ad alcuna indennità di disoccupazione.
Con questa proroga è stato scongiurato ogni allarme per più di 300 mila lavoratori precari, soprattutto giovani, e preparato il terreno per il necessario intervento strutturale, perché la DIS-COLL diventi permanente.
Ora l’obiettivo del Governo e della maggioranza che lo sostiene è quello di rendere questa misura strutturale con un apposito dispositivo che intervenga sulla copertura contributiva, ritoccando le aliquote assistenziali della gestione separata.