Riforma del lavoro, politiche attive e welfare aziendale – sono misure che toccano la vita delle persone che cercano un’occupazione, di quelle che la perdono, e di chi vuole migliorare la propria condizione lavorativa. Sono misure cruciali per la vita delle imprese, per la loro possibilità di resistere e crescere di fronte alle sfide della competitività globale, e di trarre opportunità di espansione.
Il mercato del lavoro si riforma grazie ad un approccio basato sul rafforzamento delle competenze delle lavoratrici e dei lavoratori, sull’esistenza di luoghi di incontro di domanda ed offerta e grazie al connubio tra sviluppo ed occupazione.
E’ per questo che i Centri di impiego, e la nuova Agenzia Nazionale per il lavoro, hanno l’obiettivo fondamentale di dare un’ossatura solida alle politiche attive per il lavoro, ad un sistema di orientamento che parta dal percorso scolastico delle ragazze e dei ragazzi.
Ora è necessario rimboccarsi le maniche e dare seguito al rafforzamento delle politiche attive del lavoro, di quelle volte a stimolare le competenze nonché di misure a sostegno del welfare familiare. In questo contesto è fondamentale il ruolo della contrattazione salariale di secondo livello che deve essere ulteriormente valorizzata con interventi più mirati in materia di welfare aziendale.
Sarà necessario inoltre investire nello sviluppo delle competenze per ridurre il mistmatch con il mercato del lavoro e promuovere la cultura del Piano Industria 4.0.
La delega lavoro ha chiuso il suo iter in Parlamento a settembre del 2015, data dell’approvazione delle Commissioni di tutti i decreti attuativi, e ad ottobre di quest’anno si sono definiti anche i correttivi del JobsAct.
I dati ISTAT relativi al 2016 ci dicono che nel confronto con il 2015 l’occupazione è cresciuta, sono diminuiti gli inattivi e sono aumentati i lavoratori dipendenti permanenti ossia quelli con contratto di lavoro a tempo determinato. Ovviamente non è sufficiente.
Sicuramente gli incentivi introdotti dal Governo hanno sollecitato la domanda di lavoro mentre le nuove forme contrattuali stanno progressivamente incontrando le esigenze delle imprese.
Parallelamente la nuova NASPI ha garantito a migliaia di lavoratori un sostegno al reddito più consistente e comunque per periodi più lunghi.
Ora la riforma del lavoro ed in particolare il decreto sulle politiche attive, deve prendere corpo e sostanza e produrre gli effetti duraturi sull’occupazione, potendosi esprimere in tutte le potenzialità che il legislatore ha inteso dargli con lo scopo di cambiare l’approccio al Lavoro nel nostro Paese.
ACCESSO AL LAVORO
COSA DEVE SAPERE CHI CERCA LAVORO:
Sono diversi gli strumenti che il Jobs Act mette a disposizione per facilitare l'inserimento e il reinserimento lavorativo delle persone. Il contratto a tempo indeterminato come forma di assunzione privilegiata:- se sei disoccupato da almeno sei mesi il datore di lavoro che ti assume entro il 31 dicembre 2016, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, ha diritto all’esonero dal versamento del 40% dei contributi previdenziali a suo carico, per 24 mesi, fino a un massimo di 3.250 euro all’anno.
- lo scopo è quello di favorire il reinserimento lavorativo potenziando e coordinando tramite l'ANPAL i servizi per l'impiego, migliorando così l'incontro tra domanda e offerta di lavoro
PERMANENZA AL LAVORO
COME RAFFORZARE QUALITA’ DEL LAVORO, COMPETENZE E ORIENTAMENTO:
La vera sfida diventa conciliare produttività aziendale e qualità della vita, con i seguenti strumenti:- Una maggiore flessibilità dei congedi obbligatori e parentali, favorendo le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche grazie all’implementazione di nuovi modelli organizzativi aziendali che consentano il coinvolgimento paritetico dei lavoratori e l’erogazione di beni, prestazioni e servizi di welfare aziendale;
- Incentivazione di accordi collettivi intesi a facilitare la flessibilità dell’orario di lavoro e dell’impiego in ottica di aumento della produttività aziendale anche attraverso sistemi incentivanti (premi di produttività);
- Una maggiore equità sociale tramite l'universalizzazione degli strumenti di sostegno al reddito per chi è disoccupato, estesi anche a lavoratori con contratti atipici (es. co.co.co.). L’equità nel trattamento dei lavoratori che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione è garantita dalla Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI) che fornisce una tutela di sostegno al reddito ai lavoratori con rapporto di lavoro subordinato. Per i soggetti più svantaggiati, è poi previsto l’Assegno di disoccupazione involontaria (ASDI) che potrà essere richiesto una volta conclusa la NASPI.